Geisha: l’arte, la persona

La mostra Geisha – l’arte, la persona ripropone al pubblico di Roma il percorso ideato per l’esposizione Oggetti per passione – Il mondo femminile nell’arte giapponese, a cura di Anna Maria Montaldo e Loretta Paderni, che si è tenuta a Cagliari nel Palazzo di Città e nel Museo d’Arte Siamese dal 27 giugno al 8 settembre 2013.

La geisha, tra tradizione e modernità nelle foto di Fabrizio e Federico Bonifazi

Nonostante la diffusa idea di una società giapponese chiusa in se stessa che cerca di evitare contaminazioni da altre culture, nel corso degli anni, diverse influenze straniere hanno avuto luogo, come quelle dovute dai contatti in tempi antichi con la Cina, quelle conseguenti i più recenti legami con Europa e Stati Uniti. Queste contaminazioni hanno portato all’eccentricità ipnotizzante del Giappone contemporaneo.

Le geisha, come molte altre icone della cultura giapponese, rappresentano un ponte tra il passato ed il mondo contemporaneo, dove infatti oggi donne (non solo giapponesi) continuano a mantenere vivo questo, anche se con modalità diverse dato che oggi si tratta di una scelta spontanea. Ciò che fa parte il mondo delle geisha è infatti cambiato, anche se sono ancora osservate delle regole per quanto concerne l’abbigliamento, lo stile dei capelli, il trucco, la musica, la danza ed il canto.

Le foto che possiamo trovare in questa parte della mostra, presentano principalmente Gion, un quartiere di Kyoto, dove tra moderne insegne al neon e le luci delle auto, si può ancora percepire un’antica atmosfera, e le fotografie ci presentano le iconiche figure delle geisha, mentre camminano, sorridono o scendono da un taxi anziché i jinrikisha (risciò), emergendo dalle tenui luci dei sentieri più profondi del Giappone.

 

L’esposizione presenta alcuni oggetti che lo scultore palermitano Vincenzo Ragusa collezionò tra il 1876 e 1882, accompagnati dalle immagini di Suzuki Harunobu. Nei suoi volumi “Ehon seirō bijin awase” (Illustrazioni delle Bellezze delleCase Verdi), possiamo trovare come venga descritto l’ukiyo – “il mondo fluttuante”, la cultura e la società del periodo Edo (1603-1868), i suoi valori estetici e la particolare visione del mondo basata sulla consapevolezza e apprezzamento dell’imperfezione.

Le geisha di Harunobu sono colte nella dimensione della vita quotidiana, nei quartieri privati (oku) dove si svolgevano i momenti più intimi della loro giornata.

Le giovani donne mostrano con grazia eterea come si prendevano cura del proprio corpo, il trucco del viso, le elaborate acconciature dei capelli, l’abbigliamento e gli accessori del vestiario che le rendevano così affascinanti agli occhi dei clienti.

Rivelano la dedizione al perfezionamento delle arti indispensabili per la loro attività di intrattenitrici nei banchetti: la musica, la danza, la composizione floreale (ikebana), la conoscenza della poesia e della calligrafia, strumenti di una seduzione più sottile ma altrettanto necessaria per la conquista della notorietà.

I momenti di ozio e di svago, i passatempi preferiti, il fumo, la lettura, la compagnia degli animali domestici, i giochi, completano il quadro di un mondo celato agli sguardi indiscreti dal sottile ma invalicabile schermo dei silenziosi pannelli scorrevoli.

 

Alcuni siti e testate giornalistiche che parlano della mostra:

 

 

Museo delle Civiltà
Piazza Guglielmo Marconi, 14 – 00144 Roma EUR
+39 06 549521
mu-civ@beniculturali.it – museocivilta.beniculturali.it
Martedì-Domenica 8:00-19:00; intero 10,00 €, ridotto 5,00 €

La Compagnia della foto
+39 0692929569
info@lacompagniadellafoto.itlacompagniadellafoto.it

 

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